Elezioni e Pubblica Amministrazione: entropia e falsi miti

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Con un piglio di polemica in più, rispetto gli altri post, oggi parleremo di elezioni, esattamente. A marzo si vota e nelle principali pubbliche amministrazioni il periodo del voto è accolto in due modi…

Ogni volta che si arriva al voto avviene un cambiamento nella sfera del pubblico, un cambiamento non troppo desiderabile a dire la verità. Il cambiamento in questione riguarda, trasversalmente, tutti i comparti dell’organizzazione pubblica, non solo la parte ICT: parliamo dell’aumento di entropia. L’arrivo al voto viene vissuto da un periodo di stasi nella quale molte amministrazioni centrali mettono in “stand-by” molti dei loro progetti, eventuali decisioni, attività varie e lo fanno perché la mancata elezione di un partito, piuttosto che di un altro, andranno a sconvolgere il panorama delle attività interne.

Ecco io vorrei riflettere proprio su questo: sull’ingerenza pesantissima che la politica ha all’interno della vita pubblica di questi istituti. Un’ingerenza a danno dei cittadini, prima di tutto, che si manifesta con ritardi nell’esecuzione di progetti e attività, ma anche con l’abbandono di iniziative progettuali solo perché nate sotto un altro schieramento.

È un atteggiamento vecchio, obsoleto, che paga solamente per colui che siede sulla “poltrona più alta”, e neanche per troppo tempo, giusto il periodo di un mandato. Siamo ben lontani dal concetto di res publica di cui parlavano i romani: ossia della “cosa pubblica”, alla quale dare continuità anche se di schieramento differente. Ed è proprio questa “confusione pianificata” ad aumentare il divario tra pubblico e privato, rendendo il primo sempre meno desiderabile rispetto il secondo.

Questo fenomeno ha un nome: spoil system ed è così noto che vi sono sentenze del TAR che ne parlano chiaramente.

il nuovo Governo si trovi ad operare in un rapporto istituzionale non sereno con l’apparato burocratico di vertice e che nella realizzazione del suo programma politico in conformità agli impegni presi con gli elettori incontri difficoltà e ostacoli frapposti dall’azione contraria di dirigenti infedelmente fedeli alla parte politica che a suo tempo li espressero. (Sentenza TAR Lazio, 2006-8/4/2003 n.3277)

ma che cosa è lo spoil system. Definiamo pure come un istituto giuridico che prevede la revoca automatica degli incarichi dirigenziali di vertice. Dovrebbe essere quindi un meccanismo di garanzia che, però, viene vissuto con particolare “ansia” dalle pubbliche amministrazioni, provocando spesso lo stallo della parte “sviluppo”. Questo istituto fu creato per evitare fenomeni di collusione tra stato e politica, riducendo il potere di chi, accomodatosi su una sedia, aveva difficoltà a lasciarla.

Ritardi nell’aggiudicazione di gare, stravolgimenti organizzativi, difficoltà ad avviare nuove attività, si verifica di tutto sotto elezioni e questo, perdonate, non è atteggiamento corretto verso i cittadini (e badate che non ho parlato di elettori). Nel 2018 ci si aspetterebbe un approccio diverso alla res pubblica ed invece il famoso divario tra pubblico e privato, che si sarebbe dovuto colmare in tanti modi (tra cui con la legge Brunetta), è ancora lì e sotto elezioni aumenta pure.

Allora forse il problema della PA non è solo il livello qualitativo e prestazionale dei dipendenti, forse il problema della PA sono queste sedie troppo comode, o semplicemente l’incuria e lo scarso coraggio di chi, sedendo alla plancia di comando, ha paura di avviare un processo che continuerà e si svilupperà con il suo successore.

Non so voi ma io preferisco fermarmi qui: sono le 7:30 del mattino e tutto questo mi pare già molto triste. Buongiorno Italia, buon mercoledì.