Il sistema ICT aziendale: il falso mito del sistema che va avanti da solo

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Ieri sera a cena alcuni colleghi si lamentavano della gestione dei sistemi informativi da parte di dirigenti e direzioni. In tanti anni di questo lavoro ho notato che le aziende, quasi tutte a dire il vero, commettono il medesimo errore: considerare il sistema informativo qualcosa di “estraneo” alle attività produttive. Un errore imperdonabile che può portare a diverse tipologie di problemi, vediamo perché.

In una barca è più importante lo scafo o il motore?

Senza dubbio tutto si può dire tranne che il sistema ICT di un’azienda sia qualcosa di “supporto” o qualcosa di “altro” rispetto le attività svolte. Anche quando l’azienda effettua lavori di consulenza, o non opera direttamente nel campo ICT, il sistema informativo dovrebbe avere ben altro peso considerando che esso è paragonabile a quella struttura invisibile che consente a tutti di lavorare. Per capire quanto è importante il sistema informativo immaginate la seguente situazione.

Un’azienda detiene tutti i dati contabili all’interno del sistema informatico, senza alcun sistema di backup. Ad un certo punto, dopo una ventina d’anni di anzianità di servizio, il sistema informativo muore completamente portando via con sé informazioni, dati, processi, etc… La domanda è: sapreste stimare da 1 a 10 il valore del danno?

Quando siete su una barca, lo stato dello scafo è più importante del motore perchè se il motore è l’elemento che vi porta da un punto A ad un punto B, lo scafo è quello strumento che vi permette di non morire affogati…anche se il motore dovesse smettere di funzionare.

Allo stesso modo il sistema informativo garantisce ad ogni elemento aziendale, di poter continuare a svolgere il suo lavoro con continuità ed efficienza. Molti, polemicamente, rispondono che l’interruzione dei servizi informatici possono essere sostituiti da carta e penna. Senza dubbio è vero, ma solo temporaneamente, non è infatti possibile, ne immaginabile, tornare a processi di interscambio basati sul cartaceo.

Il sistema informativo è quindi, come dice la parola stessa, una struttura portante aziendale che, per questioni meramente culturali, spesso viene relegato in posizioni assurde. Ricordo di esser stato in una pubblica amministrazione molto importante fuori dal comune di Roma; vengo portato con orgoglio a vedere il CED e mi ritrovo in un sotto-tetto nel quale ci sono circa trentadue gradi. Le macchine, una trentina, sono sparpagliate senza alcun criterio su delle rastrelliere metalliche con le ventole che cercano di muovere il mondo pur di respirare. All’interno di quelle macchine c’è buona parte delle informazioni dell’intera amministrazione e, cosa peggiore, nella stessa stanza è presente l’unica unità di backup. Niente condizionamento, niente pavimenti anti allagamento. Solo una finestra aperta sul cortile posteriore dello stabile, e un caldo infernale. Perchè? Perchè nessuno voleva sapere di quel sistema informativo: un po’ per mancanza di cultura gestionale, un po’ per incuria e superficialità generale.

L’ignoranza in informatica ha un prezzo

I recenti fatti legati alla cyber security non fanno altro che confermare quanto sia diffusa questa ignoranza ed incapacità di vedere invece l’importanza di tali sistemi.

Il rischio di fallimento di un progetto ICT deve essere gestito monitorando anche aspetti particolari che possono innescare cambiamenti irreversibili (precursori di rischio)

Introduzione all’ingegneria dei sistemi ICT – P. Salvaneschi – Facoltà di Ingegneria, Università di Bergamo 

Il sistema informativo è, innanzitutto, uno strumento di ottimizzazione interna: permette di semplificare il lavoro, automatizzarlo, portare maggiore risparmio in termini economici e permette di reimpiegare le risorse interne per qualcosa di più utile e qualificante per le stesse. È uno strumento che potrebbe dare delle garanzie molto estese circa l’affidabilità dell’azienda nel confronto quotidiano con i partner e, in linea generale, il sistema informativo è uno strumento essenziale per la vita dell’azienda, dei dipendenti e dell’imprenditore.

È spiacevole vedere che in italia, nonostante le parole spese in questa direzione, seguano pochi fatti. Sia nella grande impresa che nella piccola, sia nell’ambito privato che nella pubblica amministrazione. Ci sono aziende che si limitano ad acquistare pezzi di ricambio ma che non investono in attivi piani di sviluppo, esponendo l’intera struttura a rischi incalcolabili. La cecità di questi imprenditori restituisce la loro incapacità di essere tali, offrendo uno spaccato di una mentalità vecchia, conservatrice e francamente anche piuttosto inutile.

Lascio con una riflessione: quando lo scafo ha una falla…è sempre e solo questione di tempo prima che il danno peggiori. Poi l’esito è sempre lo stesso almeno che non arrivi un’altra nave per aiutare la prima.