Intelligenza artificiale per principianti

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L’intelligenza artificiale (di seguito anche IA) è stata spesso identificata e spiegata in molti modi. Nel tentativo di offrire una chiave di lettura semplice, chiara, immediata e introduttiva all’argomento si descrive questo articolo con la speranza di dipanare dubbi e perplessità.

Che cosa è l’intelligenza artificiale e perchè ne abbiamo bisogno

L’intelligenza artificiale è la capacità di una macchina di prendere decisioni in modo consapevole e, quindi, di autogestire la propria operatività all’interno di un determinato contesto. Per capire meglio che cosa sia un’intelligenza artificiale è necessario rispondere alla domanda perchè abbiamo bisogno di tale risorsa e la risposta è piuttosto semplice in prima battuta. L’intelligenza artificiale è strettamente legata alla potenza di calcolo dei computer che, ovviamente, non è paragonabile con quella umana. In sostanza la macchina è in grado di svolgere molti più calcoli, in molto meno tempo affrontando problemi di maggiore complessità che l’essere umano non potrebbe svolgere. Tuttavia c’è anche un altro elemento da tenere in considerazione: l’intelligenza artificiale non è assoggettata ad alcuna reazione emotiva e ciò, in alcuni casi specifici, è un bene. Lo scopo dell’intelligenza artificiale è, pertanto, gestire ciò che l’essere umano non riuscirebbe a gestire o che, comunque, non potrebbe gestire in tempi utili.

Come nasce un’intelligenza artificiale

Contrariamente a ciò che si può pensare, l’intelligenza artificiale non è affatto “intelligente” alla sua nascita. Nell’avvalersi di un esempio piuttosto semplice, potremmo paragonare il processo di nascita dell’intelligenza artificiale a quello di una normale persona umana.

La nascita

Alla nascita l’individuo è completamente dipendente dal suo nucleo familiare: non possiede alcuna nozione sociale adatta a farlo integrare all’interno della società, né alcuno schema comportamentale idoneo a garantirgli l’autonomia sociale. L’unica cosa che possiede, e di cui la macchina sembra non necessitare, è un comparto istintivo che lo associa ai suoi genitori. La sfera emotiva consente al neonato di esprimere le sue necessità. Se il bambino ha fame piange, se ha sonno piange, se è felice ride ed il motivo di queste reazioni è semplice: il neonato non sa parlare e non sa esprimere in senso compiuto le necessità. Nel corso della sua prima fase di vita il bambino viene istruito alla vita sociale. I suoni, diventano parole e le parole hanno un significato. Poi imparerà che le parole sono spesso associate a comportamenti e che non tutti sono adatti al vivere sociale. Usando un termine più forte, in una prima fase di vita il bambino viene indottrinato ed è normale che lo sia considerando che lo scopo di questo primo grezzo insegnamento è quello di garantirgli autonomia e quindi una base di sopravvivenza.

Allo stesso modo l’intelligenza artificiale è istruita a considerare alcune regole, alcuni parametri, alcuni confini. In buona sostanza al momento della creazione di un’intelligenza artificiale (creata e non generata), la condizione della stessa è di totale neutralità. Pertanto è in questa fase che si applicano istruzioni, algoritmi, parametri che fungono da linguaggio, confini, regole da osservare. Un bambino umano ed un’intelligenza artificiale hanno pertanto bisogno della medesima cosa: istruzione, e ne hanno bisogno per il medesimo scopo ossia quello di vivere all’interno del contesto sociale in cui sono stati inseriti.

Lo sviluppo

Il criterio di sviluppo di una macchina è simile a quello umano che si orienta, all’inizio, per il meccanismo di stimolo-risposta ufficializzato da Pavlov. Il principio è apparentemente semplice: ad ogni stimolo corrisponde una risposta comportamentale. Ciò significa che se abituo un essere a reagire in un certo modo ad uno stimolo, esso continuerà a seguire questo comportamento anche in assenza dello stimolo.

Associando per un certo numero di volte la presentazione di carne ad un cane con un suono di campanello, alla fine il solo suono del campanello determinerà la salivazione nel cane. La salivazione è perciò indotta nel cane da un riflesso condizionato provocato artificialmente.

Fonte: Wikipedia – Riflesso condizionato

Un cane è un essere vivente tanto quanto un bambino ma una intelligenza artificiale necessita delle medesime attenzioni e apprende molto velocemente perchè non vi è la schermatura “umorale” che, talvolta, può rappresentare un rumore nel processo di apprendimento. Nella fase di sviluppo dell’intelligenza artificiale essa viene indottrinata o, se preferibile, tarata a conoscere ogni aspetto essenziale dell’ecosistema nel quale è inserita. In questa fase gli vengono consegnate le chiavi per quella che sarà davvero la sua intelligenza, ossia la sua capacità di giudizio. Essa dovrà essere correttamente bilanciata per poter fornire un riscontro proporzionato e corretto agli stimoli che la bombarderanno.

La fase adulta

Quando l’intelligenza artificiale è pronta: i tecnici smettono di assolvere il ruolo di genitori. Smettono di educarla e iniziano a monitorarla facendo in modo che essa muova i primi passi in quello che viene ormai tecnicamente definito deep machine learning. In questa fase la macchina inizia a decidere e lo farà sulla base dell’istruzione ricevuta in passato. Nella fase adulta l’intelligenza artificiale viene monitorata ma lasciata in autonomia decisionale al netto di problematiche evidenti nella struttura di giudizio. Ciò spingerà gli ingegneri a correggere quel comportamento ma, similmente a quanto avviene nella vita umana, più l’intelligenza artificiale sarà adulta e più sarà difficile correggere un errore perchè questo sarà associato ad altre regole, istruzioni, parametri che renderà complicato districare la singola regola e correggerla.

Problemi potenziali

Le intelligenze artificiali spesso hanno fallito e lo hanno fatto tutte le volte che la componente emotiva era necessaria a risolvere un problema. Non è un mistero che l’essere umano utilizzi creatività ed empatia nella valutazione dei problemi: ciò rallenta il processo di risoluzione matematico ma, spesso, lo potenzia allargandone le prospettive. La macchina non ha emotività e ciò le consente di avere un limite al momento: quello di risolvere esclusivamente problematiche di natura procedurale e che non richiedono discrezionalità nella valutazione. Ecco perchè, per molti giuristi, l’applicazione dell’intelligenza in ambito penale risulta difficile, mentre risulta più praticabile quella in ambito civile.

Comportamenti anti-sociali e criminali

Ci si domanda spesso se l’intelligenza artificiale possa avere comportamenti criminali, bisogna quindi capire cosa siano. Si tratta di comportamenti anti-sociali, che violano le regole morali e giuridiche della società. Un furto, una rapina, un omicidio, uno stupro, sono violazioni di regole con conseguenze sempre più gravi all’interno della struttura di equilibrio sociale. Questi comportamenti possono avvenire per due ragioni che possiamo distinguere nettamente:

  • Atteggiamenti criminali ordinari: sono violazioni delle regole giuridiche e sociali che rientrano normalmente negli schemi civili e penali sanzionati dall’uomo. Hanno ragioni legati all’emotività e ad aspetti collaterali come l’economia ma fanno parte dell’equilibrio della vita generale in cui l’individuo deve inserirsi.
  • Atteggiamenti criminali straordinari: sono violazioni delle regole giuridiche e sociali compiute da persone che, per eventi generalmente traumatici, hanno modificato il loro equilibrio sociale assumendo atteggiamenti anti-sociali. Parliamo nello specifico di serial killer.

L’intelligenza artificiale è avulsa da emotività ma può prevedere squilibri comportamentali se, nella fase di formazione della stessa, sono inseriti criteri che non rispondono a parametri di equilibrio sociale. In sostanza ci potrebbero essere problemi se l’insieme di regole nelle quali la IA dovrà operare, viene alterato con elementi che non garantiscono tale equilibrio.

Conclusioni

L’uomo ha scoperto problemi che non è in grado di risolvere ma, come spesso riesce a fare, l’essere umano è altresì in grado di creare strumenti dedicati alla risoluzione di questi enigmi. La IA è un supporto fondamentale per lo sviluppo sociale, ha trovato impieghi in vari ambiti di cui probabilmente il più rilevante è quello sanitario-diagnostico (leggi del progetto DRAGON). L’adozione graduale dell’intelligenza artificiale nei vari livelli sociali porterà l’uomo a dover comprendere sempre più il tipo di società che vorrà creare e lo porrà in una visione meno antropocentrica. I prossimi dieci anni saranno cruciali per questa tecnologia che, dall’esperienza compiuta durante la pandemia di COVID-19, si presume essere molto promettente per la salvaguardia della nostra esistenza.