La politicizzazione della tecnologia non è una strada intelligente

Indice

Mancano poco meno 50 giorni alle elezioni e sono iniziati slogan, programmi elettorali e richiami ad effetto da parte dei partiti agli elettori. In particolare queste elezioni risultano essere delicate ed importanti per il contesto geopolitico nel quale vanno inserite. Ancora una volta la tecnologia diviene uno strumento di propaganda politica e forse questa non è una strada intelligente.

Partiamo dalle basi

Al lettore di questo articolo si chiede uno sforzo importante: di mantenersi indipendente da qualsiasi orientamento personale di natura politica. La politicizzazione è un termine presente nel vocabolario Treccani e il cui significato è:

Attribuire carattere politico, portare su un piano politico ciò che dovrebbe per sua natura esserne estraneo.

Fonte: Treccani

Da ormai qualche anno la politica acquisisce ed usa la terminologia del dominio tecnologico per rilanciare i propri messaggi elettorali.

La blockchain

Un caso emblematico fu l’impiego del termine blockchain da parte degli esponenti del partito Movimento 5 Stelle; all’epoca il concetto (poco chiaro ai più), destò molta confusione tra giornalisti e opinione pubblica.Era il 19 maggio 2016 quando sul quotidiano Repubblica uscì un articolo intitolato “M5S e l’algoritmo contro i traditori. Di Maio: “Battuta da comico”. Raggi: “Se eletta avrò l’ultima parola””, nel testo dell’articolo il giornalista di Repubblica (Simona Casalini) riportava un virgolettato attribuito a Beppe Grillo:

Una “caccia al traditore” che ben si tratteggia anche con l’ultima provocazione, così l’ha chiamata Grillo, quella dell’algoritmo automatico contro i cambia casacca, su cui il movimento sta ragionando intorno. E’ il piano visionario tratteggiato ieri a Roma dal leader, quel “stiamo lavorando a un programma, il cosiddetto blockchain per l’informazione criptata. Se usato in politica potrebbe essere interessante: hai un algoritmo, non ci sono intermediari, se un parlamentare che hai votato non segue il programma è automaticamente espulso”.

Fonte: Repubblica
L’articolo di Repubblica in cui si parla dell’impiego della blockchain

L’idea alla base del concetto di Grillo era la promozione della trasparenza attraverso uno strumento (la blockchain) che per definizione se ben costituita garantisce inalterabilità e, attraverso il meccanismo degli smart contracts, una verifica puntuale dei requisiti da soddisfare. Non è in questa sede che andremo ad analizzare la veridicità delle informazioni fornite da Grillo e riportate nell’articolo: ci interessa concentrarci sull’aspetto più pratico: la tecnologia è stata usata come “propulsore” di un’idea di trasparenza e affidabilità.

L’articolo riportato da Qui Finanza

Qualche anno più tardi, il 27 giugno 2018, Beppe Grillo torna a parlare della blockchain come misura anti-emergenza migranti su Qui Finanza. Si riporta di seguito il passaggio ritenuto rilevante ai fini dell’articolo:

Secondo il fondatore del Movimento 5 stelle, l’utilizzo della criptovaluta consentirebbe un enorme risparmio e di non avere intermediari nella distribuzione di aiuti umanitari. L’esempio portato da Grillo è quello di World Food Programme Building Blocks, utilizzato a Zaatari, in Giordania, nel supermercato di un grande centro che ospita circa 75mila profughi. […] Con questo sistema, sono stati distribuiti aiuti in cibo e denaro a oltre 100mila rifugiati siriani in Giordania e, secondo Grillo, potrebbe essere molto utile anche per i circa 150mila migranti che sbarcano ogni anno in Italia. Il World Food Programme è riuscito a risparmiare oltre il 98% da quando ha introdotto la blockchain, eliminando totalmente qualsiasi intermediario tra l’ente e il profugo. Può avere gli stessi effetti anche nella specificità della situazione italiana? Secondo il leader 5 Stelle, la criptovaluta Ethereum eviterebbe non solo lo spreco di denaro ma anche la speculazione che viene fatta ai danni delle persone che arrivano nel nostro Paese, che avrebbero così accesso diretto agli aiuti.

Fonte: Qui Finanza

L’intelligenza artificiale

Uno spezzone del programma del partito Fratelli d’Italia ritenuto non autentico

Un altro caso che sta facendo discutere molto in queste ore è la scelta del partito Fratelli d’Italia di adottare l’intelligenza artificiale come sistema di gestione e mitigazione della disoccupazione giovanile. Il quotidiano Avvenire ha riportato un virgolettato proveniente da una bozza del programma 2022:

un sistema di Intelligenza Artificiale che rintracci l’elenco dei giovani che terminano ogni anno le scuole superiori e l’università e li agganci a imprese del settore, agenzie per il lavoro e centri per l’impiego […] il giovane non potrà più scegliere se lavorare o meno, ma è vincolato ad accettare l’offerta di lavoro per sé, per la sua famiglia e per il Paese – si legge ancora nel programma – pena la perdita di ogni beneficio con l’applicazione anche di un sistema sanzionatorio

Fonte: Avvenire (LINK)

La reazione degli altri partiti politici è stata chiaramente aspra considerando il clima da campagna elettorale. Altri articoli smentiscono la versione del quotidiano sostenendo che non vi siano i suddetti punti nel programma. Yahoo Notizie riporta un articolo di notizie.it in cui si sostiene che

Tengono banco il programma di Giorgia Meloni e l’intelligenza artificiale che però nel programma in questione non figura affatto: il punto “dibattuto” sarebbe quello sulle sanzioni per i giovani che non accettano il lavoro. Sui social se ne fa un gran parlare ma in nessuno dei 15 punti programmatici quella voce è presente, come non è presente nessun passaggio sul lavoro obbligatorio per i giovani contenuto in un fantomatico programma elettorale di Fratelli d’Italia.

Notizie.it

Anche il portale Bufale.net, specializzato nel rivelare casi di false notizie, spiega che:

Lo spezzone non è parte dell’attuale programma di Fratelli di Italia, reperibile qui. Il programma elettorale di FdI con lavoro obbligatorio non è quello sul portale Era parte di un pamphlet definito provocatorio dagli stessi firmatari, tra cui l’allora in politica Guido Crosetto. Pamphlet che all’epoca, va riconosciuto, ebbe un’accoglienza all’insegna delle critiche spingendo il suo firmatario a esplicare la portata della provocazione stessa.

Fonte: Bufale.net (LINK)

Tuttavia, nel frattempo, l’esponente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha dedicato a questa faccenda un video su TikTok e ripreso da Instagram. Nel video, Conte spiega in modo critico quanto sopra riportato.

Dov’è il problema

La strumentalizzazione della tecnologia a fini elettorali e propagandistici, è dannosa per la corretta informazione. Nel video di Giuseppe Conte l’impiego dell’intelligenza artificiale assume una connotazione Orwelliana (Conte dice “in pieno stile orwelliano“), a danno non solo della concorrente ma della tecnologia in sé.

Tecnologie come la blockchain o l’intelligenza artificiale sono di loro molto complesse e difficilmente vengono comprese nella loro applicazione più completa. Il fatto che la politica decida di utilizzarle come “armi di propaganda elettorale” rischia di creare disinformazione difficile da sanare successivamente.

Tra l’altro queste tecnologie hanno bisogno della politica per una corretta implementazione nella società: hanno bisogno, in sostanza, di essere regolamentate e normate correttamente. L’impiego a scopo propagandistico potrebbe penalizzare una futura implementazione della tecnologia a causa del fatto che l’opinione pubblica è stata erroneamente deviata. L’esempio più fulgido è il nucleare: oggi sappiamo che il nucleare è un problema quando non viene correttamente implementato ma ci sono stati anni in cui si riteneva che fosse la tecnologia nella sua interezza ad essere il problema.

In sostanza si rischia di creare un danno per la società con una durata maggiore rispetto ad una campagna elettorale e/o ad un governo. L’Intelligenza artificiale è stata implementata in molti ambiti della vita umana con successo: medicina, astronomia, automotive, e una sua messa in discussione non gioverebbe ai futuri sviluppi.